Esiste – secondo Julius Evola – un modo d’essere della filosofia tradizionalista che, come “ciò che nell’uomo sta al di là dell’uomo”, apre il processo di superamento verso “un punto di vista assoluto”. Ed esiste un legame assoluto, che unisce – secondo Paul Arnold – il tantrismo di derivazione indiana alla simbologia sacra che arriva fino alla religione tradizionale del Giappone. Osservati da vicino, entrambi questi filoni di pensiero della meditazione buddista si raccolgono in un unico “sapere”: entrambi hanno luogo in pratiche ancestrali che definiscono la spiritualità della montagna, dove azione e contemplazione definiscono i passaggi verso la liberazione interiore e verso la profonda consapevolezza che sono propri dell’ascetismo. Alla fine, è con il termine “esercizio” (askesis) che nel linguaggio della filosofia intendiamo meglio la duplicità dell’ascesa verso l’alto e dell’ascesi verso l’assoluto di questo stesso nostro sapere.